Scavo a Pizzo Monaco 2014

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Direzione scientifica Prof. Peter Day
Custonaci (Sicilia), Italia

Periodo: November-December 2014
Partner coinvolti: USHEFF, UGR, CSIC,  UNIPA  e ARQUEO 

Pizzo Monaco (Custonaci, Trapani) fu scelto come sito da scavare fin dall'inizio del progetto MEMOLA. È un sito noto che abbiamo interpretato come un possibile granaio fortificato collettivo datato al periodo Islamico (X?-XI secolo). L'insediamento è un posto di rifugio sulla cima calcarea di Pizzo Monaco. Uno scavo condotto nel 2012 confermó l'alto potenziale archeologico dell'insediamento che si propose di interpretare come un granaio fortifocato collettivo (aghadir). L'importanza di questa scoperta è enorme, poiché si tratterebbe di un caso unico in Italia e il piú antico sito islamico di questo tipo nel Mediterraneo occidentale.

L'intervento è consistito in uno scavo stratigrafico estensivo dell'insediamento per confermare l'ipotesi di identificazione come aghadir e al contempo realizzarre un'analisi archeobotanica.
Lo scavo voleva affrontare alcuni temi storici del periodo islamico, come l'analisi della cultura materiale (architettura, producione ceramica, conoscenze tradizionali, etc.); le strategie contadine per conservare i mezzi di sussistenza; l'organizzazione sociale interna, l'organizzazione del lavoro e i processi di accumulazione; la vegetazione naturale e la produzione agricola; il sistema agro-pastorale e i suoi metodi; il processo si islamizzazione e arabizzazione, etc.

Il lavoro sul campo è durato cinque settimane, includendo la precedente campionatura della vegetazione naturale interna e esterna al sito. Questo esperimento, condotto da UNIPA è stato molto interessante per dimostrare l'influenza dell'attività antropica sulla biodiversità.

L'insediamento è stato completamento pulito dalla vegetazione prima dell'inizio dello scavo, per permettere un'accurata documentazione grafica con foto aeree e produrre un modello fotogrammetrico completo.

Per lo scavo, la squadra sul campo ha aperto un'estesa area per gestire il principale problema iniziale: l'enorme quantità di pietre e la difficoltà nel camminare. La prima parte ad essere scavata è stata l'entrata e la strada medievale principale, cosí da permettere il resto delle operazioni (comprese le prossime campagne e le visite).

L'area è stata suddivisa in due ampi settori per documentare il deposito. Abbiamo scavato parte delle due strade e cinque strutture interne, la maggior parte delle quali sono state identificate come probabili magazzini, metre la più vicina alla porta potrebbe essere l'alloggio del guardiano della struttura foritficata.

Lo scavo ha inizialmente confermato le nostre ipotesi, ma non possiamo esserne certi fino al completamento delle analisi, compreso lo studio della ceramica. Abbiamo recuperato un importante quantità di materiali, compresa molta terra che abbiamo flottato per l'analisi archeobotanica. I campioni di terra sono stati processati e divisi per le analisi chimiche e biochimiche nei laboratori di Palermo, Roma e Sheffield.

L'attività è stata anche un successo in termini di impatto sociale. Abbiamo ricevuto la visita di tre scuole secondarie della provincia (Trapani, Sciacca e Castellammare del Golfo), con più di 220 studenti. Siamo anche entrati in contatto con gruppi di cultura locale come Sicilia Antica e Salva il Castello di Baida. Alcuni volontari di Sicilia Antica hanno collaborato con noi per alcuni giorni e abbiamo anche discusso la possibilità di fare delle presentazioni. Durante lo scavo, è stato realizzato un documentario professionale che speriamo possa essere presentato all'inizio del 2015.
Grazie agli eccellenti risultati e alle nuove collaborazioni, il gruppo di lavoro ha deciso di organizzare a Pizzo Monaco una nuova campagna di scavo durante l'estate del 2015. Stiamo anche pianificando altre attività di diffusione collegate con lo scavo e con le altre parti del progetto (antropologia, ambiente e agronomia), in particolare circa il sistema di irrigazione.