Ricognizione sui Monti di Trapani

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Direttore scientifico Prof. Peter Day

Monti di Trapani (Sicilia), Italia

Una delle aree oggetto di studio del Memola si situa nella parte nord-occidentale della Sicilia e comprende i comuni di Valderice, Custonaci, San Vito lo Capo, Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Alcamo, Vita, Salemi e Calatafimi Segesta.

La parte settentrionale di tale regione si distingue per i suoi imponenti rilievi calcarei (1110 metri di Monte Sparagio e 1064 di Monte Inici), distribuiti in modo irregolare, emergenti bruscamente dal mare con le loro pareti verticali.

Degradanti verso l’interno, quindi verso sud, troviamo invece distese e morbide ondulazioni argillose (come Calatafimi e Salemi), alternate da ampie vallate e da isolati rilievi (Monte Bonifato e Monte Baronia, rispettivamente 825 e 400 metri s.l.m.).

L’intera area di indagine si distingue tuttavia per la sua elevata ricchezza ambientale e faunistica, tant'è vero che molti luoghi di questi comuni trapanesi (ad esempio Monte Scorace, Bosco di Calatafimi, Faraglioni di Scopello, Montagna Grande di Salemi) sono stati riconosciuti come Siti di Importanza Comunitaria (SIC). 

Abbiamo quindi deciso di studiare nel dettaglio questo comprensorio che sulla base delle precedenti ricerche archeologiche effettuate da distinte Università italiane e straniere, ma soprattutto su quella effettuata recentemente dall’Università di Granada nei comuni di Castellammare del Golfo e Buseto Palizzolo, sembra fornire interessanti indizi riguardo all’organizzazione del paesaggio a partire dall’età altomedievale sino all’età contemporanea. Il compito è quindi quello di ricostruire le reti insediative in ogni epoca, con una attenzione particolare allo studio diacronico, vale a dire dall’antichità ad oggi, della relazione tra la popolazione umana e le risorse naturali (uso del suolo e fonti idriche).

Ricognizione archeologica

La prima missione archeologica in Sicilia è consistita in una ricognizione definita normalmente “non sistematica”, ossia una prospezione che mira ad esplorare solo alcuni giacimenti particolarmente promettenti ai fini della ricerca e non a coprire interamente in maniera omogenea un territorio.

Lo studio dell’edito archeologico, tutt’ora in corso, e della toponomastica, hanno sicuramente orientato questa prima fase della ricerca nell’area compresa tra Calatafimi, Vita e Salemi, da cui provengono i risultati più eloquenti di questa prima campagna archeologica. Meno ricchi, ma non per questo meno interessanti, sono risultati i dati raccolti nei territori di San Vito lo Capo e Custonaci, che tuttavia sono stati ricogniti in minima parte.

Lo studio etnografico è stato ulteriormente importante per conoscere più a fondo il territorio. Attraverso delle interviste mirate ad alcuni contadini che ancora oggi continuano a coltivare le proprie terre con metodi tradizionali, e con quelli che hanno oramai abbandonato tali pratiche, siamo riusciti ad attenere importanti informazioni su luoghi e pratiche oramai cancellate da una agricoltura estensiva e meccanizzata. 

I siti rinvenuti e i le parcelle ricognite sono stati rilevati con GPS e contemporaneamente registrati su un database disponibile su tablets che, forniti di un particolare software, hanno permesso di poter effettuare una parte del lavoro  già sul campo. Lo stesso software ha permesso di disegnare, sempre in fase di campagna, le aree ricognite su una base cartografica georeferenziata e quindi di registrare il loro grado di visibilità al momento del nostro passaggio.

Per i fini che ci siamo preposti è stata prestata particolare attenzione alla relazione tra il sito e l’ambiente in cui si inserisce, sono stati pertanto studiati e catalogati eventuali sistemi di convogliamento, canalizzazione e conduzione delle acque utilizzate per scopi agricoli o pastorali, eventuali pozzi scavati nei pressi dell’insediamento, la relazione tra le risorse idriche e le parcelle, la qualità delle acque e i tipi di coltivazioni a cui esse sono oggi destinate. 

Tutti i dati raccolti, di tipo ambientale o archeologico, verranno da questo momento gestiti attraverso un software GIS.