Uso storico e attuale delle risorse idriche

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Elementi importanti nel condizionare l'attuale paesaggio culturale dei Colli sono, in primo luogo, i fiumi che scorrono nella pianura, a nord-est e a sud-ovest dei Colli: Brenta e Bacchiglione nella pianura settentrionale, Frassine e Adige nella pianura meridionale. Le sommità dei Colli restavano, in questo senso, isolate dalla piana impaludata e acquitrinosa che caratterizzava le zone circostanti, prima delle opere di sistemazione agraria, condotte a partire dall'epoca romana. Un'altra rete ben più interna e completa è quella dei canali che cingono i Colli da vicino. Questi corsi d'acqua sono di origine artificiale, risalenti generalmente a sette-otto secoli or sono.

Testimonianze delle sfruttamento delle risorse idriche nei Colli Euganei sono anche i resti dei mulini, che danno testimonianza delle diverse tipologie e nelle funzioni che nel tempo hanno sostenuto, assieme a quella classica della molitura dei cereali, sono oggi un patrimonio importante del paesaggio euganeo. Di queste strutture si possono recuperare ed ammirare tracce più o meno ben conservate in una ventina di siti. È quanto rimane di un diffuso sistema di sfruttamento dell’energia idraulica attraverso i mulini a coppedello, che recuperavano per caduta l’acqua condotta attraverso canalette di pietra o di legno. Ve ne è ricca documentazione storica in atti pubblici medievalei. Se ne contano più di cento sui versanti euganei e moltissimi altri si distribuiscono sui corsi d’acqua che circondano i rilievi. Tanti erano ancora visibili alla fine del XIX secolo; alcuni sono restati attivi fin dopo la Grande Guerra, ma poi, gradualmente, la disponibilità delle acque portate dalle numerosissime e poco conosciute fonti (oltre 100 catalogate in quegli anni) s’è ridotta per il crescere della domanda idrica per altre funzioni.