Monti di Trapani

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UNIPA e ARQUEO analizzano le comunità vegetali

UNIPA e ARQUEO analizzano le comunità vegetali e le caratteristiche dendrometriche degli alberi per ricostruire i processi storici e ecologici nell'antico “Bosco della Foresta” (Calatafimi)

Recuperación de la acequia de careo de Lugros

El proyecto MEMOLA junto con la Universidad de Granada, la empresa Arqueoandalusí Arqueología y Patrimonio S.L. y el Centro UNESCO de Andalucía han organizado una actividad de campo en torno a las acequias de recarga de acuíferos de alta montaña en Lugros. El objetivo es recuperar y poner en funcionamiento dos acequias de careo.

Entre el 10 y el 12 de Abril el proyecto MEMOLA ha recuperado una de las acequia careo. La acequia llevaba cuarenta años abandonada. Estos trabajos se han realizando siguiendo las técnicas tradicionales y con la ayuda de una veintena de voluntarios,  la Comunidad de Regantes de Lugros y de Guadix y al Ayuntamiento de Lugros. Y con la colaboración del Parque Nacional y Parque Natural de Sierra Nevada y el CEAMA.  Lo que ha permitido poder volver a poner en funcionamiento 1,5km de acequia.

 

I mulini idraulici del territorio di Calatafimi Segesta (Trapani)

Il 10 aprile scorso ha avuto luogo il seminario sui mulini idraulici previsto all’interno del progetto didattico “Architettura e Ambiente” della classe IVB del Liceo Artistico Statale “M. Buonarroti” di Trapani. In collaborazione con il Signor Rosario Ragona, in rappresentanza del ceto dei mugnai di Calatafimi Segesta.

Nell’incontro sono stati illustrati i processi storici e tecnologici della ruota ad acqua e successivamente sono stati presentati i mulini idraulici dislocati lungo il territorio di Calatafimi Segesta. Si è quindi discusso sui costituenti e sul funzionamento di questi impianti con ruota orizzontale, detti anche di tipo greco o scandinavo. Nel territorio di Calatafimi Segesta, lungo il corso del fiume Crimiso, sono concentrati una serie di mulini alimentati da una rete di canalizzazioni sapientemente costruita, da ciò deriva la sua antica definizione di “flumen molendinorum”, ovvero “fiume dei mulini”. Sono quindici difatti i mulini che per secoli hanno sfruttato l’acqua del fiume e di alcuni di essi esiste una documentazione scritta a partire dal XV secolo. Questi antichi sistemi molitori sono ormai quasi scomparsi e solo alcuni di essi si conservano in alzato e spesso sono privi dei macchinari all’interno. Lo scopo di questo seminario è quindi quello di dare agli alunni i dati tecnici e storici di queste macchine oramai in disuso, ovvero fornire loro un contributo storico divulgativo. Nello stesso tempo il seminario ha valore nozionistico, in quanto gli allievi della classe in questione si recheranno sul campo per effettuare un rilievo diretto di un mulino ad acqua.

Tavola Rotonda: Antichi fruttiferi locali e la pratica dell'innesto

Il 28 ha avuto luogo a Calatafimi Segesta una tavola rotonda tra i ricercatori del Progetto MEMOLA, che stanno operando in Sicilia, e gli agricoltori della comunità. Erano presenti il dott. Rocco Corselli, il prof. Giuseppe Bazan e il prof. Rosario Schicchi, dell’Università di Palermo nonché il dott. Giuseppe di Noto, Ricercatore presso il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Sicilia.

Nell’incontro, oltre a presentare il MEMOLA Project nel suo insieme, sono state illustrate le finalità del progetto relative alla conservazione del paesaggio agricolo tradizionale. Si è discusso del ricco patrimonio di etno-varietà di alberi da frutto presenti in Sicilia, delle attività di censimento, della conservazione e valorizzazione dell’agro-biodiversità, che si stanno portando avanti nel territorio.

Le etno-varietà degli alberi da frutto degli agro-sistemi tradizionali sono il risultato di un processo di addomesticazione, introduzione e selezione, operata dalle comunità rurali, dall’inizio del neolitico ai giorni nostri. I custodi di questa biodiversità, espressione massima dei paesaggi tradizionali, sono proprio gli agricoltori. La finalità dell’incontro è stata quella di stabilire un “patto di collaborazione” tra agricoltori e ricercatori per le attività di censimento delle antiche varietà presenti nel territorio al fine di attuare iniziative di conservazione. In particolare si vogliono recuperare, attraverso la collaborazione degli anziani, le tecniche di moltiplicazione agamica dei fruttiferi da trasmettere ai giovani agricoltori. A tal fine durante l’incontro si è deciso di organizzare un’attività di formazione tecnico-pratica sulle tecniche di innesto, avvalendosi della collaborazione del dott. Di Noto. Durante l’incontro il prof. Schicchi ha parlato anche di specie spontanee utilizzate nella cucina tradizionale. Si tratta di una biodiversità floristica che le popolazioni locali hanno valorizzato sia come alimenti di alto valore nutrizionale che come piante curative. Dal dibatto, è emerso che queste conoscenze e usi, che affondano le proprie radici nella storia, sono ancora presenti nella comunità locale tra le persone più anziane. Pertanto, vanno attivate azioni di recupero di queste conoscenze al fine di dare un valore tangibile (servizi ecosistemici) alla biodiversità delle specie della flora selvatica dei Monti di Trapani.

Microscopic findings and soil genetic "indicators" in support of pedoarchaeological studies

Università degli Studi di Palermo presentarà un poster alla conferenza "Biologia e Archaeobiologia: dalla Conoscenza alla Conservazione Preventiva" a Palermo. Organizzatà dalla Associazione Italiana di Archeometria. 

 

Presentazione del documentario dello scavo archeologico (Custonaci)

È stato presentato lo scorso 7 marzo, a Castellammare del Golfo (Trapani), il video documentario dello scavo archeologico realizzato nel granaio comunitario islamico di Pizzo Monaco (Custonaci) in provincia di Trapani. Alla presentazione erano presenti Nicola Coppola, Sindaco di Castellammare del Golfo, Vito Sciortino, Sindaco di Calatafimi Segesta, Giuseppe Bica, Sindaco di Custonaci, Rossella Giglio, Dirigente della Sezione Archeologica della Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani.

Tra ottobre e novembre del 2014 sono stati scavati quattro ambienti unicellulari di un sito fortificato posto su una cuspide di calcarenite, a circa 490 metri sul livello del mare. La struttura è parzialmente conservata in alzato, di dimensioni considerevoli (2.500 mq), e racchiude all’interno un totale di circa 55 celle in stato di crollo. Ai piedi del rilievo, nei pressi di una sorgente, insiste un villaggio medievale (rahal/qarya) indagato in precedenti ricognizioni di superficie. Sulla base dei risultati preliminari e dell’interpretazione di fonti scritte sulla Sicilia islamica, nonchè il confronto con strutture similari in area mediterranea, soprattutto in Tunisia, Marocco, o nella Spagna sud-orientale, crediamo che si possa trattare di un’opera comunitaria degli abitanti del vicino villaggio, ma anche di altri insediamenti limitrofi, creata per lo stoccaggio di derrate alimentari, ovvero granaglie.

È probabile quindi l’esistenza di un’area irrigata e coltivata, la cui scomparsa va verosimilmente ricondotta alla conquista normanna e alla relativa espulsione della popolazione musulmana in epoca sveva. L’attività di scavo e la storia del sito vengono raccontati nel video che vi mostriamo.

Outreach article about the MEMOLA project

Electronic journal "Water and landscapes". Article about the MEMOLA project in English and Spanish.  You can see the full article in this link http://www.memolaproject.eu/file/591  You will find the article about the project  in page146 .