Botanica

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Le particolari condizioni climatiche e geomorfologiche dei Colli Euganei hanno creato un habitat naturalistico unico con una numerosa varietà di specie botaniche. L’origine geologica dei terreni, la morfologia dei rilievi (responsabile, fra l’altro, di microclimi contrastanti), l’isolamento da altri gruppi montuosi e le alterne vicende climatiche legate ai cicli glaciali e al periodo postglaciale, rendono i Colli Euganei un’isola naturalistica complessa, dove vivono a stretto contatto sia specie d’ambiente caldo arido (termofile), sia a carattere montano o submontano (microterme). 

In base alla natura e alla composizione del terreno e alle diversità climatiche si possono individuare le seguenti tipologie di associazioni vegetali:

  • Macchia mediterranea: è costituita da una fitta vegetazione di piante a basso fusto, in prevalenza sempreverdi, come il leccio, il corbezzolo, l'erica arborea, il cisto, il terebinto, la ginestra e l'asparago pungente. A questo tipo di vegetazione è riconducibile anche il fico d'india nano (Opuntia humifusa), originario degli altipiani dell'America centrale e rintracciabile in aree particolarmente soleggiate, come il Monte Ceva di Battaglia, la Rocca di Monselice e il Monte della Madonna presso Teolo.
  • Zone prative: sono diffuse nella parte meridionale dei Colli, sugli anfratti calcarei tra Arquà Petrarca, Valle San Giorgio e Baone. I prati sono molto aridi, pressoché privi dello strato di humus; sono il risultato dell'abbandono di pascoli e terreni poco produttivi, denominati localmente "vegri". Nelle zone di più recente abbandono predominano le specie erbacee, tipiche dei climi secchi, come legraminacee, mentre nelle aree abbandonate da lungo tempo, sono ravvisabili arbusti e cespugli come il biancospino, il pruno spinoso, la rosa di macchia, il ginepro, il viburno e la ginestra, ai quali subentrano la roverella, il carpino nero e l'orniello. In questo habitat vive l'unica specie che prende il nome dalla città di Padova, Haplophyllum patavinum, la Ruta padovana, scoperta ad Arquà Petrarca nel 1722 e che sui Colli Euganei, unico luogo in Italia, trova il punto più occidentale della sua area di crescita.
  • Bosco di castagno: si sviluppa sui versanti vulcanici, soprattutto settentrionali, su terreno siliceo e profondo. Il sottobosco è costituito da numerose specie erbacee a fioritura precoce come il bucaneve, l'elleboro, il narciso e i rari giglio martagone e giglio di San Giovanni, tipici dei climi umidi.
  • Bosco di querce termofile: copre parte dei versanti esposti a sud, su terreno asciutto e poco profondo, di composizione calcarea. Il querceto è aperto e luminoso e si presenta come una boscaglia mista dove alla roverella si affiancano l'albero di Giuda, il bagolaro, il ciavardello e lo scotano, mentre il soffice sottobosco è ricco di humus e racchiude il biancospino, l'erica, il ginepro e il ligustro.
  • Boscaglia di robinia: rappresenta una associazione vegetale introdotta agli inizi del Seicento. La robinia, utilizzata come specie ornamentale, è originaria delle coste del Nord Americae nel tempo ha in parte sostituito il castagneto e il querceto autoctoni. La boscaglia di robinia comprende poche altre specie arboree e cespugli, come il sambuco e i rovi, e un sottobosco, impoverito dall'intenso sfruttamento.