Il 28 ha avuto luogo a Calatafimi Segesta una tavola rotonda tra i ricercatori del Progetto MEMOLA, che stanno operando in Sicilia, e gli agricoltori della comunità. Erano presenti il dott. Rocco Corselli, il prof. Giuseppe Bazan e il prof. Rosario Schicchi, dell’Università di Palermo nonché il dott. Giuseppe di Noto, Ricercatore presso il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale della Sicilia.
Nell’incontro, oltre a presentare il MEMOLA Project nel suo insieme, sono state illustrate le finalità del progetto relative alla conservazione del paesaggio agricolo tradizionale. Si è discusso del ricco patrimonio di etno-varietà di alberi da frutto presenti in Sicilia, delle attività di censimento, della conservazione e valorizzazione dell’agro-biodiversità, che si stanno portando avanti nel territorio.
Le etno-varietà degli alberi da frutto degli agro-sistemi tradizionali sono il risultato di un processo di addomesticazione, introduzione e selezione, operata dalle comunità rurali, dall’inizio del neolitico ai giorni nostri. I custodi di questa biodiversità, espressione massima dei paesaggi tradizionali, sono proprio gli agricoltori. La finalità dell’incontro è stata quella di stabilire un “patto di collaborazione” tra agricoltori e ricercatori per le attività di censimento delle antiche varietà presenti nel territorio al fine di attuare iniziative di conservazione. In particolare si vogliono recuperare, attraverso la collaborazione degli anziani, le tecniche di moltiplicazione agamica dei fruttiferi da trasmettere ai giovani agricoltori. A tal fine durante l’incontro si è deciso di organizzare un’attività di formazione tecnico-pratica sulle tecniche di innesto, avvalendosi della collaborazione del dott. Di Noto. Durante l’incontro il prof. Schicchi ha parlato anche di specie spontanee utilizzate nella cucina tradizionale. Si tratta di una biodiversità floristica che le popolazioni locali hanno valorizzato sia come alimenti di alto valore nutrizionale che come piante curative. Dal dibatto, è emerso che queste conoscenze e usi, che affondano le proprie radici nella storia, sono ancora presenti nella comunità locale tra le persone più anziane. Pertanto, vanno attivate azioni di recupero di queste conoscenze al fine di dare un valore tangibile (servizi ecosistemici) alla biodiversità delle specie della flora selvatica dei Monti di Trapani.