Colli Euganei

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Dal legno al carbone

Dal legno al carbone: alcuni giorni nei panni di un carbonaio.

 

Mulini idraulici nei Colli Euganei (AGGIORNATO)

Nelle prossime settimane, il team dell'Università di Padova ha previsto il riconoscimento di tutte le strutture appartenenti a mulini ad acqua conservati nella zona dei Colli Euganei.

Alcune di queste strutture sono state costruite nel XIII secolo quando, tra il 1189 e il 1201 venne realizzato il canale di Battaglia che consentiva di raggiungere Monselice ed Este, e, per mezzo del ripristinato canale Cagnola-Pontelongo, anche la laguna de Venezia nei pressi di Chioggia. Attraverso i corsi d'acqua si trasportavano a Padova e a Venezia i prodotti agricoli, cereali in particolare, e la trachite dei Colli Euganei, che veniva caricata nel porto di Lispida, ai piedi del Colle Monticello.

La forza idraulica era sfruttata per azionare i mulini distribuite lungo questi canali, che servivano in particolare per macinare le granaglie, per azionare magli e seghe, nella produzione delle stoffe e, come a Battaglia, della carta. Quasi tutte le strutture che si vedono oggi risalgono al XVIII secolo, fatte dopo le opere di regolazione idraulica che hanno sostituito i mulini in legno del XIII secolo.

Tuttavia, la nostra indagine si propone di documentare le strutture e il funzionamento di tutti i mulini ad acqua noti nei Colli Euganei. Faremo un’analisi stratigrafica degli edifici ancora in piedi, per impostare le diverse tipologie edilizie nei differenti momenti.

Aggiornamento: 

Tra settembre e novembre 2014 sono proseguite le analisi dei dati editi e il riconoscimento sul terreno delle strutture appartenenti ai mulini ad acqua conservati nella zona dei Colli Euganei. Abbiamo analizzato questi mulini da una prospettiva macro, posizione nel paesaggio, e dal punto di vista micro, caratteristiche architettoniche delle fabbriche, funzionamento e tipo di proprietari. Per fare ciò, sono stati georeferenziati su GIS tutti i mulini documentati fino ad ora, che per la zona collinare sono circa venticinque opifici.

Una volta posizionati sul terreno, all'interno del database predisposto per le attività produttive, abbiamo raccolto tutti i dati disponibili per ogni stabilimento.

I mulini dei Colli si differenziano da tutti quelli di pianura per l'impiego di una ruota a cassette anziché a pale. Quelli a pale sfruttavano la spinta idraulica generata sulle pale, mentre la ruota dei Colli, dal diametro medio di quattro metri, girava per il peso dell'acqua accumulato nelle cassette o coppe. Da qui la denominazione di mulino a coppedello, con un limitato utilizzo perché dipendeva sopratutto delle acque piovane. L'unica eccezione la troviamo ad Abano Terme, dove il mulino della Fontega sfruttava l'acqua della sorgente calda risalita nel Colle Montirone.

La loro distribuzione sul territorio collinare risulta condizionata dalla disponibilità idrica. È per questo che lungo il versante orientale troviamo solo una picola rappresentazione di mulini, mentre sul versante occidentale vediamo una fitta sequenza di ruote a coppedello.

Outreach article about the MEMOLA project

Electronic journal "Water and landscapes". Article about the MEMOLA project in English and Spanish.  You can see the full article in this link http://www.memolaproject.eu/file/591  You will find the article about the project  in page146 .

Strutture idrauliche nelle vicinanze dei Colli Euganei

Questa settimana vi mostriamo il borgo medioevale di Pontemanco, dove la famiglia dai Carraresi ha costruito nel XIV secolo due mulini nei pressi del canale Biancolino. Sotto il dominio veneziano i due opifici arrivarono ad avere 12 ruote, con una produzione che è terminata solo dopo la Seconda Guerra mondiale. Oggi nella località è stato restaurato uno dei mulini, per ospitare un museo con attrezzature e oggetti collegati alla macinazione.